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Test per cure su misura del cancro al colon


Un semplice test permetterà di scegliere cure "su misura" contro il cancro al colon-retto, che solo in Italia fa registrare 30 mila nuovi casi l'anno, con 18 mila morti. Uno studio italiano, firmato dagli scienziati dell'ospedale Niguarda di Milano e dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), ha infatti svelato il meccanismo molecolare che rende la neoplasia più o meno sensibile alle moderne terapie a base di anticorpi monoclonali.



Trattamenti che oggi risultano efficaci nel 10% dei pazienti trattati, ma che in futuro, grazie a questa scoperta, potrebbero essere utilizzati in modo più mirato, quindi più efficace. La ricerca sarà pubblicata il primo maggio su "The Lancet Oncology" accompagnata da un commento editoriale, ma sarà anticipata domani on line sul sito web della rivista scientifica.



I farmaci il cui impiego potrebbe essere migliorato dallo studio italiano sono gli anticorpi monoclonali cetuximab e panitumumab, rivolti contro una proteina-recettore chiamata EGFR (Epidermal growth factor receptor) e detti quindi anticorpi anti-EGFR.
La ricerca - finanziata dall' Associazione Onlus Oncologia Cà Granda (Ogco), dall'Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc) e dal ministero dell'Università della ricerca scientifica e tecnologica - ha dimostrato infatti che nell'88% dei pazienti sensibili a questi prodotti il gene responsabile della produzione dell'EGFR è amplificato. Ciò significa, spiegano gli autori, che "un nuovo test di diagnostica molecolare può identificare prima i malati in grado di rispondere alla cura".



Lo studio segue un altro condotto nel 2004 da un gruppo di ricercatori europei e coordinato in Italia dall'ospedale Niguarda. Dalla ricerca emergeva l'efficacia terapeutica dell'anticorpo monoclonale cetuximab contro il carcinoma colorettale.
La nuova ricerca, spiega Alberto Bardelli, co-direttore dell'Oncogenomics center dell'Istituto di Candiolo, "dimostra come l'oncogenomica e i nuovi farmaci a bersaglio molecolare portino a terapie personalizzate". E come precisa Salvatore Siena, direttore dell'Oncologia medica Falck di Niguarda, "oltre a essere più efficaci nel curare il malato, permettono anche di ottimizzare l'investimento in terapie innovative e di alta tecnologia".


02/05/2005

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